Capita che Apple presenti un nuovo dispositivo – erano anni che non presentava nulla di nuovo – e che lo commercializzi dopo mesi. Da settembre 2014 a gennaio – febbraio 2015 passerà non poco, e l’effetto novità per Apple Watch sta scemando. Vale perciò la pena riprendere le fila del discorso e ricordare come sarà, e quanto costerà, il primo smartwatch prodotto e venduto da Apple.
Cominciamo con le caratteristiche hardware per poi passare alla questione del prezzo. Sull’aspetto estetico, e sull’eventuale successo, possiamo però esprimere solo delle opinioni personali. Ma questo è abbastanza scontato, penso. Ma lasciamo perdere le chiacchiere e cominciamo con le fotografie e le caratteristiche di Apple Watch, il primo smartwatch di Cupertino.
Cosa può fare
La prima cosa da capire è cosa può fare e cosa non può fare l’Apple Watch. In sostanza è un gadget da polso pensato per gestire le notifiche degli altri dispitivi collegati, leggere messaggi e rispondere, controllare facebook e interagire con Siri tramite comandi vocali. L’idea di base è tirare fuori dalla tasca il meno possibile l’iPhone, risparmiando così sulla batteria del dispositivo più grande. E fare tutte le operazioni più comuni con lo smartwatch, in maniera più discreta e più rapida.
Oltre alle applicazioni di messaggistica sarà possibile controllare molte altre app attraverso l’orologio. Sicuramente si potrà interagire con il calendario, l’applicazione di posta elettronica, la galleria fotografica (anche se su questo ho seri dubbi sull’effettiva utilità), scattare foto, pagare tramite Apple Pay, e vedere anche la mappe trasformando Apple Watch in un navigatore da polso.
Oltre a questo ogni sviluppatore può, e potrà, creare applicazioni integrate con lo smartwatch. Sicuramente le più interessanti saranno quelle dedicate al fitness e alla salute: Apple Watch ha molti sensori pensati per monitorare l’attività fisica, ed è un’ottima cosa per tutti gli sportivi.
Il Design
Dal punto di vista estetico la scelta di Apple è azzardata. E’ vero che ha presentato tre diversi formati, o “edizioni” del proprio smartwatch (chiamate “Apple Watch”, “Apple Watch Sport” e “Apple Watch Edition” – in oro) ma la sostanza è la stessa: somiglia a un iPod Nano a cui è stato attaccato un cinturino. E una manopola, che ricorda vagamente quella classica per ricaricare gli orologi da polso.
Apple Watch è disponibile in due dimensioni, una alta 38 mm, l’altra 42 mm. Entrambi sono però larghi 46 millimetri. Lo schermo è inserito in un case in lega di acciaio inox e alluminio: niente bendgate per Apple Watch, speriamo.
La scelta di un design così riconoscibile, e così distante dagli orologi di pregio, è un azzardo non da poco per Apple. Da un lato pare una scelta decisa per creare uno status symbol, un orologio elegante perché indossato dalle elité, o sedicenti elité. Dall’altro è anche vero che un Apple Watch non è (ancora?) un Rolex, che difficilmente potrà durare per decenni: può uno status symbol essere così volatile?
Dall’altro lato Apple ha presentato il suo orologio intelligente come uno strumento utile, con molte funzionalità e con l’ambizione di farlo diventare un prodotto di massa. Ma a differenza di altri oggetti, nessuno indossa un orologio scomodo o brutto, e ancora difficilmente spende soldi per qualcosa di non elegante da portare al polso tutto il giorno. Personalmente non mi piace Apple Watch, e per me è un freno all’acquisto questo. E per molti può esserlo.
Di certo Apple Watch è un azzardo, e solo tra qualche mese sapremo se Apple ha visto giusto oppure se sta andando incontro a un incidente sul suo percorso.
La Digital Crown
Altra cosa al limite tra la genialità e la pazzia è la scelta di inserire una manopola laterale a fianco dell’unico pulsante presente sul corpo del telefono. La manopola è chiamata “Digital Crown”, che si può tradurre con “Corona Digitale”. E nonostante sia un classico, la rotellina nel corpo, degli orologi tradizionali questo è l’unico smartwatch a inserirla e a darle una sua funzionalità.
Appunto, a cosa serve? Al lato pratico si rivela essere un comando in grado di svolgere diverse funzioni tra cui quella di zoom: invece di usare le dita per ingrandire lo schermo – come si fa su iPhone – si gira la manopola e si ingrandisce l’applicazione, il percorso visualizzato sulla mappa o una foto della galleria. Anche il cronometro e lo scorrere dell’ora e delle date nel calendario è gestita da questa manopola. Infine, oltre a poter essere ruotata, questa manopola può essere premuta diventando un vero e proprio pulsante.
Ho definito questa scelta al limite con la pazzia per due ragioni. Innanzi tutto perché non è assolutamente detto che sia semplice utilizzare questa manopola, sopratutto per chi ha le mani grandi. Il che sarebbe alquanto frustante; spendere centinaia di euro per un orologio difficile da usare, intendo. E in secondo luogo lo stesso strumento, una rotellina, serve per svolgere compiti diversi, anche molto diversi, sostituendo un commando oramai entrato nell’uso comune come il pinch to zoom, o lo scorrere il dito per fare scorrere le cose. Ecco, le regole del design prevederebbero di non sovraccaricare di significati un singolo componente, e di non cambiare le cose che funzionano con altre meno semplici e meno intuitive. Vedremo, tra qualche mese, se questa scommessa di Apple è in grado di superare queste perplessità oppure se invece si tratta di una scelta infelice.
Il tasto conversazione
Implementato meglio è, a mio parere, il tasto fisico presente a fianco della corona digitale. Anche in questo caso serve a fare varie operazioni ma sono implementate meglio. Si può considerare come una sorta di tasto di conferma: può essere utilizzato per rispondere a una telefonata, per selezionare un elemento, per confermare un’operazione.
Inoltre ha una funzione interessante: vibra. E questa vibrazione può essere utilizzata in varie occasioni, due delle quali sono davvero utili. La prima permette di collegarsi all’Apple Watch di un proprio amico e di spedirgli delle vibrazioni, come se fossero degli squilli. E’ utile, sopratutto in occasioni rumorose o dove non è elegante mettersi a giochicchiare con smartphone o smartwatch.
La seconda utilità è più romantica: si può fare vibrare un Apple Watch al ritmo del proprio cuore. Una specie di battito cardiaco digitale trasmesso in diretta alla propria dolce metà. O al cardiologo.
Data di uscita e prezzo
Infine la parte più spinosa: quando esce Apple Watch? E quanto costa Apple Watch? Per il momento si sa solamente che Apple Watch sarà in commercio a partire dai primi mesi del 2015, la data precisa non è ancora stata comunicata. Il che è anche bizzarro, conoscendo Apple, ma è comunque un buon segno: significa che stanno ancora lavorando per correggere i problemi e le perplessità di questi mesi.
Per il prezzo le cose sono ancora più fumose, se possibile. Si sa solo che si partirà da un prezzo base (350 dollari o euro?) e si salirà fino a 1000-1200 euro per il modello in oro. Però il prezzo al dettaglio è ancora un’incognita, così come lo è la possibilità di acquistarlo in bundle con un iPhone 6 o iPhone 6 Plus, o se verrà venduto anche dai vari operatori telefonici. Probabilmente se verrà venduto da solo, senza contratti telefonici o senza promozioni costerà di più di quello che ci si potrebbe augurare.