L’attacco hacker di qualche giorno fa, quello che ha messo KO il mio ufficio, ci ha costretto a formattare alcuni computer. Per quanto abbiamo tentato alcune situazioni era più semplice risolverle così che per altro mezzo. Per fortuna oggi giorno formattare un PC e installare un nuovo sistema operativo è cosa rapida, più un fastidio che un vero e proprio problema. Sopratutto se abbiamo già pronto un Live CD, o una penna USB: possiamo partire da un sistema operativo già personalizzato e ottenere in un quarto d’ora, mezz’ora al massimo, un PC funzionante. Ma come si creano dei sistemi operativi personali? Noi ci siamo riusciti partendo da Linux, e giocando un po’ con alcune applicazioni. Volete un nome? Bene, per creare un Live CD di Ubuntu personalizzato vi consiglio Ubuntu Customization Kit.
Come installare Ubuntu Customization Kit
Volendo esistono delle applicazioni completamente online: permettono di creare facilmente la propria distribuzione Linux e di conservarla in un server esterno. Se siete completamente a digiuno di informatica, o non siete interessati ad approfondire la questione, potete utilizzare Reconstructor.org. Per tutti gli altri entrate nella shell e digitate
sudo apt-get install uck
per avviare il download e l’installazione di Ubuntu Customization Kit. Se non vi piace la riga di comando potrete comunque trovare l’applicazione all’interno di Ubuntu Software Center.
Ma non ci basta aver installato UCK (non vi dispiace se accorcio il nome della nostra app, vero?) ci serve ancora una cosa: un’immagine ISO di Ubuntu. Dove trovarla? Be’, direi di scaricarla dal sito ufficiale, ubuntu.com.
Come creare un Live CD personalizzato
Lanciamo dalla Dash Board il programma, o utilizziamo il terminale per eseguirlo:
uck-gui
La prima schermata, quella qui sotto, ci mostra i requisiti richiesti per creare l’immagine della nostra versione personalizzata di Ubuntu. Non gran roba, davvero: servono 5 giga liberi nel nostro disco fisso e un collegamento internet attivo.
La schermata successiva riguarda le lingue: che Language pack vogliamo installare? Onestamente non vi so dire se si tratta di un baco, di una situazione voluta o di una coincidenza: io non sono riuscito a selezionare nessuna lingua. Ma, forse, la colpa è mia: il PC che ho utilizzato per provare UCK è lo stesso che tengo per sperimentare i diversi software che recensisco. Magari ho già nel sistema tutti i language pack previsti e quindi non è necessario scaricarli una seconda volta. Qualunque sia la ragione ho potuto comunque cliccare su “OK” e passare alla schermata successiva.
Dove finalmente possiamo scegliere una o più lingue. Saranno quelle disponibili nella nostra distribuzione Live. Personalmente vi consiglio di utilizzare l’inglese e l’italiano. L’italiano per ragioni ovvie (oddio, in realtà do per scontato che chi mi legga viva nella terra dello stivale), l’inglese per poter eventualmente distribuire il nostro CD. E, anche, per poter evitare problemi con i programmi che sceglieremo di pre-installare.
Ma quale sarà la lingua predefinita, quella utilizzata di default al momento dell’avvio? Lo possiamo stabilire noi dalla finestra successiva. Anche in questo caso valgono le considerazioni già fatte: per noi, per i nostri amici, per la nostra famiglia l’italiano va benissimo. Ma per CD allegati per altre ragioni sarebbe meglio preferire l’inglese.
La finestra successiva ci chiederà l’immagine da usare come base (è il file ISO che abbiamo scaricato all’inizio) e il nome da assegnare al CD Live. Scegliete qualcosa di carino, e magari in grado di spiegare le differenze rispetto alla distribuzione ufficiale.
Ora una domanda lapalissiana: vogliamo personalizzare manualmente il CD live di Ubuntu che stiamo creando? Direi di sì, visto il titolo, il tema, e la ragione di questo articolo. Ma, effettivamente, meglio acconsentire esplicitamente e andare avanti.
Dopo aver deciso se lasciare i file relativi a Windows all’interno del CD (sono quelli che fanno partire in automatico il disco quando lo inseriamo nel lettore di un PC con Windows installato) digitiamo la password di “sudo” e diamo l’avvio alla creazione della live.
Io vi consiglio di utilizzare Synaptic per aggiungere i pacchetti che ci interessano alla nostra distribuzione.
Oppure, in alternativa, possiamo fare ricorso alla riga di comando di Linux. Tenete presente una cosa: scegliendo Run console application avremo accesso ad una shell particolare. Di cosa si tratta? Di una console virtualmente inserita nel sistema operativo che stiamo creando. Tutte le operazioni eseguite in quella finestra avranno ripercussioni sul CD che stiamo creando: pacchetti scaricati e installati, personalizzazioni effettuate, applicazioni rimosse verranno conservate nel nostro CD.
Penso sia chiaro come venga richiesto un minimo di esperienza di Linux nella creazione di un CD Live personalizzato. Se non sapete cosa significhi apt-get lasciate stare, questo articolo non fa per voi. Tutti gli altri, invece, possono digitare
exit
nella console. Ovviamente dopo aver finito di “giocare” con i vari repository e le varie impostazioni.
Così facendo comincia la creazione del file ISO della nostra versione personalizzata di Ubuntu.
E cosa ne facciamo di questo file? Be’, o lo utilizziamo per creare un CD avviabile, o lo utilizziamo per creare una chiavetta USB con dentro Ubuntu. La scelta è tutta nostra.
Creare una chiavetta USB Live di Ubuntu
La creazione di una chiavetta USB Live è praticamente banale, se siamo in ambiente Linux. Perché? Perché possiamo utilizzare Startup Disk Creator, una piccola e agile applicazione compresa di default in tutte le distribuzioni canoniche di Ubuntu. E’ sufficiente scegliere l’immagine ISO e il disco di destinazione per creare una versione di Ubuntu in grado di girare su penna USB.
Con questo direi di aver concluso. E’ vero, volendo avrei potuto approfondire la personalizzazione vera e propria di Linux. Ma non si tratta né di un argomento semplice né di una cosa trattabile in maniera rapida. E poi, diciamo la verità, ognuno di noi vuole personalizzare alla propria maniera il proprio sistema operativo. Scrivere una guida veloce su questo non è facile, è indubbiamente al di sopra delle mie capacità e, quel che è peggio, è completamente inutile. Perché? Perché sarebbe un manuale di Linux, e non un articolo. E perché, alla fin della fiera, se sapete utilizzare un minimo il terminale, e se sapete cosa volete ottenere, potrete benissimo riuscirci da soli.