C’è una cosa interessante in questa fase televisiva. No, non i programmi italiani: a parte alcune felici eccezioni il livello medio del palinsesto nostrano è a dir poco imbarazzante. No, l’aspetto, a mio parere, più affascinante è quello tecnologico. Da un lato la diffusione dei servizi streaming, legali, tende a relegare il televisore nell’angolo del passato. Ma d’altro canto i nuovi TV sono tutto fuorché degli obsoleti elettrodomestici. Alcuni sono eleganti, quasi oggetto di design, altri presentano caratteristiche tali da giustificarne il prezzo. Ed è il caso delle così dette smart TV. Non mi stupisce, quindi, quando qualcuno mi chiede un consiglio su quale TV comprare, o su quali aspetti tenere sott’occhio prima di prendere una qualsiasi decisione.
Le proporzioni contano
La prima cosa da conoscere è il significato dei numeri 4:3, 16:9 e 21:9 e cosa rappresentano. E’ più facile capirlo facendo un esempio concreto. Allora, i vecchi TV a tubo catodico avevano uno schermo squadrato di formato 4:3; i televisori più comuni, quelli allungati, hanno formato 16:9. E lo schermo dei cinema sono in 21:9.
Detta in maniera un po’ più scientifica e meno empirica questi due numeri rappresentano il rapporto tra la lunghezza orizzontale e l’altezza verticale dello schermo. Il 16:9 è chiamato anche “Widescreen”, ed è il formato oggi più diffuso perché si adatta facilmente sia ai film che ai varietà televisivi. Il 4:3 è praticamente estinto, il 21:9, chiamato anche “Cinema” è consigliato solo a chi usa il TV per vedere film. O per chi utilizza molto le funzioni avanzate delle Smart TV.
La risoluzione e l’Ultra HD
La risoluzione rappresenta il numero di pixel presenti in uno schermo. Di genere più è alta la risoluzione maggiore è la definizione e la nitidezza delle immagini. Ma come si misura? Con due numeri, il primo rappresenta il numero di pixel in orrizontale, il secondo quello in verticale. Ad esempio la risoluzione più comune oggi, la FullHD, ha 1920 pixel nella linea orizzontale e 1080 in verticale. Si può anche scrivere 1920 x 1080. Qualche tempo fa andava molto la risoluzione HD (1280 x 720), e in futuro probabilmente avremo un fiorire dell’Utra HD. Di quest’ultima risoluzione ci sono due generi. La prima, quella che si trova già in commercio al dettaglio, è chiamata 4K e ha una risoluzione di 3840 x 2160. La seconda, ancora abbastanza difficile da trovare, è stata battezzata 8K e ha una risoluzione di 7620 x 4380.
C’è una cosa da tenere presente: non esistono prodotti visibili, attualmente, in 8K e anche quelli in 4K sono abbastanza rari. Quindi più che notare subito dei vantaggi comprare un TV 4K vuol dire puntare sul futuro e sulla diffusione di questo standard. Però anche detto che tutti i modelli in commercio sono in grado di barare sulla definizione. Come? In pratica elaborano l’immagine e la rendono più nitida man mano che la ricevono. Il risultato è discreto, e spesso si ottiene davvero un’immagine migliore. Non quanto il vero 4K ma per il momento ci si può accontentare.
Plasma vs. LCD vs. LED vs. OLED
Parlare del tipo di schermo da scegliere è cosa lunga e complicata. Adesso non voglio fare il pigro, però davvero se qualcuno volesse approfondire c’è una mia guida guida alla tecnologia degli schermi di qualche mese fa in cui affronto abbastanza approfonditamente l’argomento.
Comunque, riassumendo, meglio un LCD rispetto a uno schermo LED o uno al plasma. Ma il migliore di tutti, anche se più caro, è lo schermo OLED. Perché? Perché consuma meno elettricità, ha i neri più profondi e con un refresh sopra i 100 Hz va benissimo anche per lo sport o per i film d’azione.
L’effetto CentoVetrine
A proposito di HZ, quel numero rappresenta la frequenza di aggiornamento dei vari fotogrammi. Per un uso normale 50 o 60HZ sono più che sufficienti, attorno ai 100HZ si possono vedere tranquillamente tutti gli sport (ok, magari il curling non necessità di tutta questa velocità).
In teoria maggiore è il numero di refresh più fluida appare l’immagine. Ma in pratica non è così perché molto dipende dalla fonte di partenza. Se la trasmissione o il BluRay non supportano una velocità così alta allora tocca al TV inserire dei fotogrammi virtuali per raggiungere quel limite. Ma i fotogrammi virtuali se usati troppo spesso generano l’effetto contrario e trasformano completamente il risultato. Come? aumentando inquadrature e generando il così detto “effetto soap opera”. E se non capite cosa intendo provate a guardare una puntata di Beautiful o di Cento Vetrine e poi ditemi se volete vedere tutti i film in quello stile.
La terza dimensione
Lo dico chiaramente: non vale la pena comprare un TV 3D. Perché? Perché non esistono trasmissioni televisive in 3D, i film distribuiti non sono moltissimi e tutte le TV 3D in commercio richiedono degli occhiali per funzionare. I modelli migliori, quelli con l’Active 3D hanno bisogno di occhiali cari, con batteria e sono utili solo per due o tre persone. Se si vuole vedere la TV in gruppo è meglio comprare un modello con il 3D Passivo: gli occhiali costano meno e non funzionano con elettricità. Sono come quelli dei cinema, per capirci. I modelli con 3D senza occhiali sono prematuri e non vanno nemmeno presi in considerazione: sarebbe una spesa grande senza ottenere nessun vantaggio in cambio dei soldi ben spesi.
C’è un’altra ragione, oltre al prezzo, per non comprare TV 3D: molto probabilmente la diffusione del 4K e sopratutto degli schermi 8K renderanno possibile avere l’effetto 3D. In che senso? Nel senso che raggiunta una soglia critica di definizione allora i nostri occhi inizieranno a considerare in 3D quello che vedono. E’ un’illusione ottica, davvero, ma tutti gli attuali schermi 3D sono basati su trucchi.
Le TV intelligenti
Una parola sugli Smart TV. Sarebbero i televisori intelligenti, quelli che permettono di navigare in internet e di usare il TV come se fosse una specie di PC, o di console per giocare online. In realtà non bisogna cedere alle lusinghe dei vari venditori, tutti i modelli adesso in commercio non godono né di software all’altezza né di aggiornamenti frequenti. Vale però la pena di prendere in considerazione l’acquisto di un gadget come la ChromeCast, o i mini PC a base Android. Sono oggettini piccoli, costano attorno ai 30 o 50 euro e, se collegati alla porta HDMI, permettono di avere un vero e proprio sistema operativo sul televisore.