Più passa il tempo più brilla, la Samsung. I suoi smartphone si sono imposti in breve tempo in tutto il mondo, sia nella fascia bassa che in quella alta, dai modelli più economici a quelli d’eccellenza. La serie Galaxy, giunta oramai alla quinta generazione, è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda coreana. L’altra è la serie Note, di cui magari parleremo in un’altra occasione. Da poco è arrivato anche in Italia il nuovo modello, il Samsung Galaxy S5, e già pare il miglior telefono mai fatto da Samsung, o per lo meno quello più venduto. Ma cosa c’è di vero e cosa è solo pubblicità dietro al Samsung Galaxy S5? Beh, per scoprirlo bisogna andare nel dettaglio, guardando da vicino le caratteristiche con una recensione completa sotto tutti gli aspetti.
Le misure, la forma e i pulsanti
Abbandonate i sogni dell’alluminio e del metallo: Samsung fa un uso massiccio della plastica. Che a detta di molti è segno di scarsa qualità ma personalmente non penso sia così. Perché? Perché da un lato produrre polimeri resistenti e adatti non è una cosa semplice, e forse richiede più ricerca di quella necessaria a modellare l’alluminio. In secondo luogo i telefoni Samsung sono sempre leggeri, e il Galaxy pesa poco, solo 145 grammi: meno di tutti gli altri smartphone assimilabili, HTC One e Sony Xperia Z2 in primis. Oltre alla leggerezza c’è un vantaggio importante, ovvero la batteria si può estrarre e cambiare. Quindi anche se la durata della batteria dovesse rivelarsi insufficiente alle proprie esigenze si può sempre averne con sé una di riserva da cambiare in qualche istante.
Il design in sé non è molto diverso dai modelli precedenti, il ché da un lato può far storcere il naso dall’altro dimostra come oramai la serie Galaxy ha una sua identità matura, difficile da stravolgere, e che riesce a soddisfare le esigenze. C’è solo un vezzo, una fantasia sul retro che in teoria dovrebbe aumentare la nostra presa sul telefono ma che praticamente è solo un’operazione estetica.
Parlando di numeri il Galaxy S5 misura 142 x 72,5 x 8,1 millimetri, e ha la certificazione IP67. Che vuol dire? Che riesce a resistere sia alla polvere che all’acqua. O, in altre parole, che se anche ci versiamo per errore cibo, birra o aranciata sopra non ci sono particolari problemi: lo si asciuga e non si rovina il telefono.
Samsung persevera anche con il mantenere un tasto fisico centrale, chiamato tasto Home. Non tutto il mondo Android lo fa, e alcuni lo trovano una cosa inutile. Personalmente la trovo una buona scelta perché implementa alcune funzioni altrimenti difficili da ottenere solo tramite software. Lascio stare, per il momento, la questione del lettore di impronte digitali, ci torno tra un attimo. Una pressione prolungata del tasto Home lancia Google Now: è comoda, anche perché questa funzione di Android sta diventando ogni giorno più centrale. Una doppia pressione lancia invece S Voice, l’assistente vocale di Samsung. Che non è fatto male, è vero, però tra GNow e S Voice io continuo a preferire il prodotto Google.
Cambia qualcosa sugli altri due tasti fisici. Adesso al posto del tasto Menù sulla sinistra c’è un tasto per accedere alla lista delle applicazioni recenti. Questo rende più omogeneo il mondo Android, quasi tutti i telefoni degli altri produttori utilizzano questo tasto, anche perché il tasto “menù” è presente in tutte le applicazioni. In questo modo si evita un doppione inutile: francamente era anche ora. Il tasto destro resta dedicato al pulsante “Torna indietro”, e mantiene la sua funzione.
Una piccola parentesi: il vantaggio dei tasti fisici rispetto a quelli a schermo si apprezza molto utilizzando il telefono: le applicazioni hanno a disposizione tutto lo schermo, completamente, senza dover tenere una barra riservata ai pulsanti di sistema.
Impronte digitali
Le impronte digitali stanno vivendo un loro rinascimento personale. Non so, onestamente quanto possa durare il loro periodo d’oro, però per il momento tutti si stanno lanciando in questo settore. Però c’è modo e modo di implementare il riconoscimento delle impronte digitali. Samsung Galaxy S5 ci riesce bene, ma per sbaglio.
Mi spiego. L’idea di Samsung è di tenere il telefono con una mano e con l’altra scorrere il dito sul tasto Home per far riconoscere l’impronta. Tutto bello, l’idea è azzeccata: con un solo gesto si sblocca il telefono e si inserisce la password. Oppure si fa un pagamento su PayPal, Google Wallet o ci si identifica nell’account Samsung.
Qual’è il problema? Beh, che mentre si è in piedi in metropolitana, o al supermercato in fila alla cassa, o in giro non si utilizzano, di solito, entrambe le mani per il telefono. Ne basta una, e quindi uno sblocco che richiede due mani al posto di una sola è faticoso e, sopratutto, fastidioso.
Però, ed è la fortuna che ci arride, il lettore di impronte digitali non è precisissimo quindi si può anche fare scorrere il dito in diagonale, o leggermente inclinato. In questo modo l’impronta viene riconosciuta e l’inghippo è risolto. Del tutto? No, perché adesso la discussione sarebbe attorno all’effettiva sicurezza di un lettore di impronte digitali così poco preciso, e quindi insicuro. Al momento non è ancora chiaro e questo rappresenta un problema di sicurezza o no.
Uno schermo incredibile
Se siete di Milano e passate davanti alla Mondadori di Piazza Duomo non potete fare a meno di vedere il modello di Samsung Galaxy S5 esposto in vetrina. Fateci caso, siete separati dalla vetrina e da qualche metro tra voi e il display del telefono. Eppure si vede bene, si notano i particolari e i colori sono luminosi.
Ecco, basta questo per farvi capire come il display da 5.1 pollici, con risoluzione 1920 x 1080 pixel, densità di 432ppi, AMOLED, sia meraviglioso. I colori sono gestiti bene, anche se il bianco tende leggermente al blu. Il nero, invece, è davvero profondo. L’angolo di visuale è ampio, e la luminosità davvero eccellente.
C’è una nota dolente, la gestione automatica della luminosità non mi pare proprio perfetta, probabilmente chi ha curato questo aspetto ha deciso di rendere il più luminoso possibile il telefono senza pensare al problema del consumo dell’energia. Comunque si può facilmente sistemare usando la barra delle notifiche e impostando i valori manualmente.
Non è uno schermo a risoluzione 2K: molti rumors davano per certa questa caratteristica ma al momento solo il produttore cinese Oppo ha azzardato questa definizione su un dispositivo mobile. Vedremo se si rivelerà una mossa vincente oppure no.
Per il momento mi fermo qui, con la descrizione dell’aspetto fisico del Samsung Galaxy S5. Nella seconda parte della recensione vedremo nel dettaglio il suo utilizzo, quindi chiamate, applicazioni e la macchina fotografica.