Riprendo la seconda parte di questa mini guida sui monitor IPS dal punto in cui mi ero fermato: le caratteristiche generali di tutti gli schermi LCD. Vi ricordate? Abbiamo visto come gli schermi IPS sono tecnologia risalente alla metà degli anni ’90 del secolo scorso. Ancor più interessante è stato notare che la loro tecnologia va a braccetto con i monitor TFT LCD tanto da funzionare grosso modo alla stessa maniera. Per questo vale la pena fare un punto sui principali punti in comune di tutte le varianti della tecnologia LCD TFT.
Tempo di risposta
Il tempo di risposa di un display LCD si misura in millisecondi (alias ms) e si riferisce al tempo necessario a cambiare il colore di un pixel. E questo come influisce nella nostra vita quotidiana? Per colpa dell’effetto “ghosting”. Questa parole significa semplicemente che vediamo dietro all’immagine un “fantasma” di quella che c’era prima. In pratica se un oggetto si muove attraverso lo schermo e il tempo di risposta del monitor è lento i pixel colorati non riescono a spostarsi in maniera sincronizzata con l’oggetto stesso. A parole è difficile da spiegare ma l’immagine qui sopra dovrebbe essere abbastanza chiara.
Il tempo di risposta in un monitor è importante quando usiamo uno schermo per vedere un film, guardare una partita o giocando con un titolo recente. Il rischio è di rovinare il tutto per l’effetto “ghosting”, e di ricavarci anche un gran mal di testa.
Livelli di contrasto e neri
Tanto per cominciare non confrontate mai i livelli di contrasto tra modelli di diversi produttori. Perché? Perché ognuno di loro usa una propria scala e non significa nulla 10000:1 o un milione. Sono numeri messi a casaccio o comunque non oggettivamente confrontabili in mancanza di una scala uniforme.
In secondo luogo la tecnologia LCD (e quindi anche gli schermi IPS) offrono un contrasto minore e neri meno vividi rispetto ad altri tipi di monitor. TV al plasma e CRT sono migliori sotto questo aspetto e anche se gli LCD sono migliorati di molto la strada da fare è ancora lunga.
Il contrasto è importante, e rappresenta la differenza di luminosità e colore tra i vari pixel. Un contrasto basso darà come risultato immagini smunte; al contrario un contrasto alto pare quasi una finestra sul mondo. La differenza si nota in modo particolare quando guardiamo un documentario.
I livelli di nero si riferiscono invece a quanto scuri possono diventare effettivamente i vari pixel. Se vi ricordate nella prima parte ho accennato a un dato: i cristalli liquidi non si illuminano da soli ma ricevono una luce da una fonte esterna. Questa tecnica permette di rendere i pixel più brillanti e accentuare i colori. Ma tutto questo rende difficile riprodurre i colori scuri e il nero in particolar modo. Infatti se il cristallo liquido ha una luce dietro l’unico modo per rappresentare il nero è diventare completamente opaco. Nell’immagine di esempio qui sopra sono confrontati due schermi con differenti livelli di nero. Lo schermo a sinistra ha un contrasto molto più alto e livelli di nero più profondi rispetto quello sulla destra. In quest’ultimo si nota come la luce riesce a superare più pixel rendendo più piccola l’area nera.
I primi schermi LCD erano terribili sotto questo aspetto. I cristalli liquidi non assorbono abbastanza luce e i neri diventano di fatto delle tonalità di grigio. E se ci sono pochi livelli di nero anche il contrasto risulta compromesso rendendo la resa dell’immagine imprecisa. E anche il lavoro di postproduzione di fotografie e filmati può venire compromesso. In pratica rischiamo di rendere le immagini più scure di quello che è il nostro obiettivo o di quello che appare su uno schermo di migliore qualità.
Oggi un LCD con scarsi livelli di nero è comunque tollerabile quando lavoriamo al PC con programmi “semplici” ma diventa un’esperienza terribile quando guardiamo un film. Se volete fate caso alle barre nere in alto e in basso ai film in riproduzione: su un display LCD con pochi livelli tendono a diventare grigie. E lo stesso capita per i colori del film stesso.
Gamma dei colori
Questa caratteristica si riferisce alla quantità e alla qualità dei colori che riusciamo a vedere su un monitor. Si tratta di una cosa fondamentale per tutti i vari professionisti della creatività e non solo per i fotografi. Più ampia è la gamma dei colori meglio è. Gli schermi migliori possono riprodurre colori sia in formato RGB che in NTSC. Il perché è così importante un monitor preciso sui colori è cosa abbastanza scontata: se i colori che vediamo a video non sono come quelli che verranno stampati o diffusi allora combineremo solo dei pasticci.
Ad esempio gli schermi LCD di uso comune tendono a caricare di più i colori blu e rosso rispetto a quanto non facciano i monitor migliori. Nel primo caso tenderemo a modificare l’immagine per compensare i colori. E se a video appare tutto perfetto così non sarà quando stamperemo la nostra immagine, immagine che vedrà i colori caldi troppo accentuati.
L’immagine qui sopra spiega meglio il concetto. I ragazzi di Slrlounge hanno preso una foto in RAW e l’hanno rielaborata a computer. Poi hanno cambiato monitor e fotografato il risultato. Le foto sono state fatte in una stanza buia per rendere omogenee le condizioni dei due scatti. Il primo schermo, l’ASUS G75VW-DS73 mostra dei colori sfalsati rispetto al Retina Display di un MacBook. Questo significa non usare l’ASUS? Assolutamente no, semplicemente prima di cominciare dei lavori delicati è consigliabile usare un dispositivo di calibrazione esterna per ottenere a video i colori corretti.
Per illustrare questo, nell’immagine qui sopra abbiamo preso una singola immagine RAW ed elaborati su uno dei nostri schermi calibrati. Abbiamo poi preso questa immagine e visualizzata sul nostro calibrato 17 “ASUS G75VW e sul nostro non calibrato 15 “MacBook Pro Retina. Entrambi gli schermi sono stati poi fotografati con una Canon 5D Mark III in una stanza completamente buia le stesse impostazioni per mostrare la differenza di colore. La calibrata MacBook Pro Retina viene molto più vicino ad essere colore corretto direttamente dalla finestra di quella del display ASUS. Questo non significa il display ASUS è inutilizzabile, lontano da esso. Questo significa semplicemente che prima di utilizzare l’ASUS bisogna tararlo con un dispositivo di calibrazione esterna, come il 4 Spyder Elite Elite (che è quello che usiamo in studio).
Nell’immagine qui sotto, dopo la calibrazione con il nostro Spyder 4 Elite, il rapporto di calibrazione mostra che il nostro Dell U2711 da 27 pollici Monitor visualizza il 93% di sRGB e 87% di Adobe RGB. Mentre non può calibrare e un display ancora più elevata di fascia NEC o EIZO, si tratta di un grande IPS Wide Gamut monitorare per un prezzo modesto.
Angolo di visuale
L’ultimo aspetto da tenere presente è l’angolo di visuale. Tenendo bene a mente che non esiste una regola per definire quale sia l’ottimale. Se, per dire, lavorassimo nel settore finanziario uno schermo con un piccolo angolo di visuale permette una migliore tutela della privacy e una maggiore riservatezza. In questo ambito gli schermi migliori sono quelli che possono essere visti solo stando esattamente davanti allo schermo.
Tuttavia le esigenze dei così detti professionisti della creatività sono molto diverse. Chi usa un monitor molto grande, o più schermi affiancati trova comodo avere la possibilità di avere la migliore resa visiva anche quando non si è perfettamente allineati. E non pensiate che si tratta di condizioni di lavoro particolarmente strane. Anche i nostri schermi tendono a mostrare uno spostamento dei colori e della luminosità man mano che ci sposiamo dal centro del display fino ai margini. E se lo schermo è abbastanza piccolo (diciamo sui 13 o 17 pollici di diagonale) possiamo anche non accorgercene. Ma se solo ingrandiamo le dimensioni allora il problema diventa sempre più evidente.
Dopo aver visto le principali caratteristiche dei display è finalmente arrivata l’ora di affrontare i due principali monitor TFT LCD e di scoprirne vantaggi e svantaggi. Tranquilli, la terza e ultima parte di questa guida sarà più corta, e più semplice. Anche perché si tratta di trarre le somme dei discorsi fin qui affrontati.
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