Che poi uno non se ne rende davvero conto finché non lo scrive, che i videogiochi esistono da più di mezzo secolo. Uno è ancora lì, a guardarli come un inutile passatempo, una moda passeggera, un qualcosa che non avrà futuro. E poi si accorge che si spendono più soldi in videogames che in cinema. E con questo intendo sia per comprarli che per produrli, film e giochi. E chi ti guarda e dice “ma stai ancora a giocare con i videogiochi” è nato, nove volte su dieci, dopo il primo videogames. Ed è talmente tanto che i videogiochi sono tra noi che vale addirittura la pena scriverne la storia, e capire quali sono stati i più importanti.
1. Spacewar! (1962)
Non è il primo videogioco nella storia, ma è il primo a introdurre la cosa più importante di tutte: la fantasia. Spacewar! di per sé è semplice, quasi banale, e non poteva essere altrimenti all’inizio degli anni ’60. Ma, ed è un “ma” che pesa come una casa, Spacewar è il primo vero videogioco non basato su un gioco reale, che non scopiazza (per quanto a fatica) la realtà. No, per la prima volta abbiamo la possibilità di far volare la nostra fantasia negli spazi profondi, tra le stelle, e combattere guerre stellari.
Sì, la fantasia è letteralmente indispensabile, la grafica è semplice e se non si sa sognare a occhi aperti ci si finisce per annoiare. Ma è questo il segreto alla base dei videogames, la capacità di farci volare con la fantasia, e di portarci in mondi sconosciuti, o impossibili. Come dici? Sì, hai ragione, è lo stesso segreto del cinema, dei libri, della musica e del teatro. E dei Lego, dei soldatini e così via.
2. Pong (1972)
Se Spacewar! ci porta al di là delle frontiere dello spazio e del tempo, Pong, dieci anni dopo, ci trascina dentro gli arcade. E’ il primo videogioco di successo, testato in un bar e diffuso a macchia d’olio per tutto il mondo. La sua semplicità è disarmante, una pallina da far rimbalzare, un avversario da sconfiggere, poco tempo a disposizione. Un’avversario? Sì, perché la frenesia del gioco, la sua semplicità, e persino la sua rapidità lo rendono un passatempo ottimo. E, se ci pensate, le sue caratteristiche di successo sono le stesse che accomunano molti dei giochi più venduti anche oggi. Sì, magari sono più belli, oggi, i videogames per console o per smartphone, ma il concetto alla base, la sfida uno contro uno contro il tempo, ecco, quello è figlio del successo di Pong nel 1972.
3. Space Invaders (1978)
Hai mai visto Scrubs? Bé, in una scena i protagonisti giocano a Space Invaders con le matricole dell’Ospedale Sacro Cuore. No, non il videogioco, fanno proprio un Space Invaders reale con i poveri ultimi arrivati nella parte degli alieni cattivi bersagliati a suon di gavettoni.
Basta solo questo per dare un’idea di come quel gioco sia entrato nell’immaginario collettivo. La musica, gli effetti sonori, la grafica, gli alieni che implacabili scendono dallo schermo e noi che lottiamo livello dopo livello per sconfiggerli. E le ore perse a distruggere i mostri nello spazio, difendendo la terra e perdendo la cognizione del tempo. Capita a tutti, prima o poi. E, spero, capiterà sempre con questo gioco, anche in futuro.
4. Tetris (1984)
Alcuni lo considerano il più grande gioco mai creato. E, secondo me, non sbagliano. Tetris combina molte delle caratteristiche di un gioco di successo: è facile da imparare, la difficoltà è ben calibrata, con l’allenamento si migliora davvero, e crea dipendenza. Ne esistono mille versioni moderne, tutte più o meno scopiazzate. Ma l’originale era già perfetto, nel 1984, quando venne regalato assieme al Game Boy. Spesso si sottovaluta questo aspetto ma probabilmente Tetris fu la vera killer application, la ragione alla base del successo di quella console portatile. Forse è esagerato dire che senza Tetris non avremmo avuto il successivo sviluppo nelle console di gioco. Ma non sarebbe nemmeno così sbagliato dire che Tetris ha davvero rivoluzionato il mondo dei videogames.
5. Super Mario Bros. (1985)
Non è Mario a inventare il genere plaftorm, e Super Mario Bros. è addirittura un sequel. Ma che sequel: gioco ben sviluppato, personaggi caratterizzati, e una storia anche ben strutturata. Anche se non è l’inventore del genere Super Mario Bros. è quello che fa conoscere al mondo l’idraulico Mario, e che sprona altri sviluppatori e studi a creare giochi simili. E vorrà dire qualcosa la longevità della serie stessa, rimasta sul gradino più alto del podio per più di un decennio fino all’avvento di Wii Sports.
Per il momento mi fermo qui. Sono arrivato solo al 1985, a metà dei cinquant’anni di vita dei videogames. I primi 25 anni sono stati esaltanti, anche i successivi non sono da meno.