A un certo punto mi sono reso conto che era impossibile scegliere solo dieci giochi. E’ impossibile perché sei costretto a lasciare da parte alcune categorie che ami, ma che magari non sono così famose. Lasci da parte i gestionali (da SimCity a CiV), lasci da parte le avventure testuali, lasci da parte alcune cosette di nicchia, magari anche un po’ zen. Insomma, decidere quali sono i 10 giochi più importanti è facile finché si parla del passato. Ma quando arrivi ai giochi su cui hai passato le notti, come fai a essere oggettivo? Però si deve, e quindi a malincuore ho lasciato fuori alcuni miei grandi amori, e ho inserito un paio di videogames che non mi piacciono. Ma che ignorando il mio parere sono diventati comunque delle pietre miliari nella storia dei videogames.
6. Doom (1993)
Anche Doom non è stato il primo sparatutto nella storia. Ma è stato il primo a essere ben fatto: visuale in prima persona, grafica pseudo 3D, la ricarica dell’arma, gli effetti (poco) speciali, la violenza (beh, nemmeno esagerata vista con gli occhi di oggi). E, sopratutto, gli ambienti, l’atmosfera in cui ci si ritrova immersi, i suoni e il senso di disagio che si prova in alcuni passaggi. Sì, Doom è il capostipite del genere FPS, è l’origine della serie Call of duty, giusto per dire un titolo tra i più venduti.
C’è un’altro aspetto da ricordare, Doom ha ancora fan club attivi ancora oggi. Perché per molti Doom è stato anche il primo vero gioco multiplayer a cui abbiano mai giocato. E io sono tra questi, quando ancora per giocare in rete dovevamo collegare i computer gli uni agli altri, e impazzire con le impostazioni. E sperare che il professore non si accorgesse di quello che stavamo facendo invece di seguire la sua lezione.
7. Final Fantasy VII (1997)
Final Fantasy VII è stato il primo FF in 3D, e il primo a essere venduto fuori dal Giappone. Ed è anche la consacrazione dei JRPG in occidente, cioè di tutti quei giochi di ruoli in stile manga, o con una storia accattivante ad accompagnare le avventure del nostro personaggio. E se anche oggi la grafica pare datata, la trama e le avventure che possiamo vivere sono comunque in grado di garantire ore e ore di gioco.
C’è un indice che indica il successo di un film: i seguiti che lo accompagnano. Bene, molti appassionati sognano un seguito di Final Fanatsy VII. Sì, lo so, la serie è continuata, ma con seguito intendo un remake, una nuova versione dello stesso gioco ma solamente con la grafica migliorata, e alcuni piccoli ritocchi.
8. World Of Warcraft (2004)
C’è qualcosa di folle che accompagna World Of Warcraft, WoW per gli amici. Cosa? La sua crescita rapidissima, e i milioni di appassionati che trascorrono ore a vivere vite immaginifiche. Non è il primo MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game), ma è quello che identifica il genere. Milioni di giocatori in tutto il mondo, milioni di appassionati. E non tutti sono nerd rinchiusi nella cantina, anzi. E anche se sitcom e trasmissioni TV hanno dato quest’immagine l’importanza di WoW è legata esattamente al motivo opposto. E cioè? L’umanità, la nostra specie, che gioca assieme, si diverte, e con ogni individuo davvero speciale e importante. E non è cosa da poco, oggi, e non è nemmeno da sottovalutare.
9. Angry Birds (2009)
Odio Angry Birds. Davvero, con tutto il cuore. Perché è facile da imparare, perché lo posso giocare con il mio telefono in ogni momento, perché una partita dura pochissimo. E’ il simbolo del nuovo modo di giocare, quello che oggi ci accomuna tutti, volenti o nolenti. Ed è una nuova rivoluzione, perché ha portato milioni di persone a giocare in metro, in fila, quando ha un’attimo. Casual game, li chiamano, ed è vero. Angry Birds li rappresenta, e lo fa talmente bene da essere diventato in un paio d’anni un’icona.
Sì, odio Angry Birds perché ne sono dipendente. E perché a volte quei maledetti maialini non ne vogliono sapere di sparire.
10. Minecraft (2011)
Minecraft è un gioco Indie, cioè nato lontano dalle grandi industrie del divertimento. Ed è un gioco a suo modo geniale. Geniale perché ci riporta bambini, e ci permette di giocare in un mondo infinito (letteralmente) con la possibilità di creare noi stessi i nostri giochi. E’ una sandbox, una scatola con la sabbia. Perché come facevamo al mare, come costruivamo i nostri castelli di sabbia con Minecraft possiamo creare di tutto.
Non è un gioco per tutti, è vero, e non è nemmeno un vero videogioco se consideriamo da dove siamo partiti. Ma è il completamento del cerchio: un gioco in cui solo la nostra fantasia conta.